Fasi del restauro
 
Quando mi fu offerto l'acquisto del mulino chiamato "Del Dosso" da parte della famiglia Pezzini, mai avrei pensato ad un possibile restauro. Un primo esame concluse che sia il tetto che i muri perimetrali erano crollati. L'acqua piovana caduta nel locale del molino aveva danneggiato irrimediabilmente le travi in legno che sostenevano le mole. Infiltrazioni d'acqua e l'abbandono avevano fatto il resto e tutto sembrava perduto. Un secondo esame mi fece scoprire che la parte del castello che sosteneva le macine, costruito in pietra e lavorato a scalpello, era schiacciato al suolo. La ruota in legno dentellata era ancora recuperabile in quanto risparmiata dall'acqua e le macine erano rimaste miracolosamente in bilico senza esservi cadute sopra. Furono queste rilevanze che fecero maturare la possibilità di un restauro, anche perché il mulino, seppure nel suo decadimento e distruzione manteneva tutte le caratteristiche di costruzione del primo ottocento. I meccanismi anche se in parte marciti erano tutti in legno e dimostravano la bravura e la pazienza dei loro costruttori. Altri molini da me visitati in Valtellina, nel Varesotto e in Ticino, hanno subito con il '900 la sostituzione dei meccanismi che fanno girare le macine con ingranaggi di ferro ben oliati. Al vasto pubblico basti sapere che sono alimentati ad acqua, ma per gli intenditori il valore del mulino sta nelle componenti originali del costruttore. Giovanni Pezzini ben sapeva che nel mulino da lui costruito, l'umidità avrebbe corroso il legno: ecco quindi i quattro sostegni del castello in pietra. L'albero a pale è di larice, un legno particolarmente resistente e capace di adattarsi al terreno. Un iscrizione sul muro dice che storicamente il molino di Giacomo Pezzini fu costruito o restaurato da G.V. nel 1836. A quel tempo vi fu un grande sviluppo dell'attività molitoria, nonostante le molte difficoltà provocate da ordinamenti che regolavano l'attività molinaria e il commercio del grano. Gran parte dei mugnai avevano chiuso i battenti spesso incalzati da funzionari senza scrupoli. Nel 1786 fu abolita la tassa sulle licenze. Vennero quindi riavviati i vecchi impianti fermi e se ne costruirono di nuovi che fecero rifiorire questa attività. Nel 1868 fu introdotta la tassa sul macinato poi abolita nel 1884 che mise ancora una volta i molini in difficoltà. il resto è storia dei giorni nostri.


Congegni: albero e ruota dentellata
 


Congegno per calibrare la macina
 





Fasi di restauro
 


Mulino com'era
 






 


Nuova copertura in tegole nostrane
 








 
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