pertanto le qualità del frutto e le distanze delle e piantine da vivaio o da estirpo in zona, devono essere tassativamente piantate a metri 2/2,5 una dall’altra.
Tale limite per alcuni considerato spreco di troppa vicinanza, è per il progetto un metodo vincente di sviluppo omogeneo del bosco come insegna la natura.
Le piante per essere commerciali devono avere il tronco allungato senza nodi, ciò avviene solo lasciando alla natura il compito della crescita, la stretta vicinanza fra una e l’altra crea una componente che fa entrare in gara l’impianto, esso tende ad allungarsi in alto per ricevere la luce del sole.
Naturalmente bisognerà nei primi anni, aiutarle con dei tutori a tenerle dritte.
Nella crescita sarà compito del contadino opportunamente diradare le piante meno interessanti senza lasciare vuoti nel terreno; sacrificio che sarà ricompensato da migliore qualità di piante.
Il limite ampio invece fra una pianta all’altra fa sviluppare i rami in orizzontale che svilupperà piante con necessità di potature, ciò pregiudica la qualità di un tronco destinato alla produzione di mobili.
Inoltre un noceto con impianti rarefatti, se una pianta per difetto verrà a mancare lascerà uno spazio vuoto senza possibilità di trapianto perché l’ombra delle altre ne impedirà la crescita.
Lo scavo e la prima concimazione
E’ consigliabile su un terreno prativo scavare buche di 50x50 cm. perché le radici delle piantine, nei primi due anni non necessitano di grandi spazi di terreno dissodato, per il fatto che le radici sono ancora poco sviluppate e non necessitano di spazzi ampi.
Lo stesso è per la concimazione, l’esperienza parla che nel tempo del primo sviluppo le radici non fanno a tempo ad assimilarlo e il letame nella fossa quando viene raggiunto dalle radici, ha perso le qualità nutritive.
Tranquillamente sempre che l’impianto sia su terreno prativo, per i primi cinque o sei anni non necessitano di grande concimazione, importante falciare solamente l’erba accumulandola ai piedi delle piantine.
Dopo questo periodo le piante cresciute, con le proprie foglie non lasceranno più entrare il sole sul terreno, in quel momento sarà giusto ogni anno concimare, per dare alle piante una veloce crescita alternando il biologico con al chimico.
La potatura
Se le piante sono vicine fra loro, al noceto non servono potature; la linfa dalle radici si spingerà solo ai rami più alti raggiunti dai raggi solari, quelli più bassi per natura si seccheranno e cadranno da soli.
Nel caso contrario con un semplice ronchetto, in primavera basta tagliare e poi asportare all’inizio del ramo un anello di corteccia di alcuni centimetri.
Questa è l’unica potatura che si può fare sul tronco di noce, il ramo mancante della corteccia non è più alimentato dalla linfa, morirà lentamente e il nodo sulla pianta verrà espulso senza lasciare tracce all’interno del tronco.
Fattore si rivelerà importante quando in segheria si trarranno assi senza difetto.
Il taglio e l’utilizzo dei tronchi
Nei terreni di Sacco (Va<lgerola) con queste tecniche, ho sperimentato una piantagione che pur seguita con scarse dovizie nei lavori di crescita, da la possibilità di stabilire che il taglio può avvenire dopo 25/35 anni quando i tronchi raggiungeranno i 50/60 centimetri di diametro e, con lunghezza di tronco utile e senza rami di 6/8 metri.
Da sfatare è il proverbio che dice: chi pianta una noce, pianta una croce, perché un tempo il noce veniva piantato solo per goderne il frutto a grandi distanze nei terreni coltivati a fieno, questo dava alla pianta un enorme spazio per sviluppare rami carichi di frutti in orizzontale, ma che pregiudicava la lunghezza del tronco.
Un impianto moderno volto a produrre legname, la vicinanza delle piante con la sua folta chioma non lascerà passare nel terreno alcun raggio di sole, creerà un umido abitat naturale e rapida crescita.
In genere ognuno vuol far da se, non seguendo esperienze acquisite da altri e, purtroppo.... i risultati si conoscono solo dopo anni e non sempre lusinghieri.
L’esperienza e pratica di chi ha già realizzato un noceto e quasi sicura, mai sarà perfetta, ma contiene il successo.
Un proverbio da ascoltare è quello che dice: se mi lasci il mio strame, tieni pure il tuo letame. Con questo detto di antica sapienza ma che un tempo era poco seguito, lo sfruttamento del terreno era totale assieme alla pianta di noce cresceva il fieno che si tagliava almeno 3 volte in un anno.
Col nuovo impianto si creerà un abitat perfetto, tutto l’umos del terreno sarà a disposizione del noceto, che con la pioggia e con il sole lo crescerà
molto più in fretta di un tempo.