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Serafino Vaninetti
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Serafino Vaninetti classe 1934 nato a Cosio Valtellino, è un sognatore! Ora vive a Morbegno, forse ultimo di stirpe visionaria, che ha saputo fare solo quello che ha voluto:
per realizzare, tentare, scoprire e curiosare ogni cosa.
Abituato a lavorare già da ragazzo, verifica che la famiglia contadina gli va stretta, non
ha ancora 18 anni, parte per Sondrio. Non è un gran viaggio, ma sufficiente per rendersi
conto che il mondo gira veloce, invece la società contadina è immobile, non
rifiuta quel mondo, ma lo abbandona per cercarsi un altro lavoro.
Siamo nei primi anni cinquanta, lavora a Sondrio per 8 anni come attivista nel Partito Comunista:
scuola di vita ed occasione di crescita che lo segnerà positivamente per sempre.
Sono anni di grandi speranze e di sogni; sono momenti di crescita giornaliera in ogni campo d’attività.
Cambia lavoro va a Milano, altra scuola, lavorando in una ditta discografica dove impara il processo
produttivo dei primi dischi a 33 e 45 giri.
Di nuovo torna verso la Valtellina, lavora per alcuni anni presso
la Società fonografica Fonocrom di Bellano. La ditta dispone del
reparto Galvanico per le matrici, la sezione tipografica per le buste, reparto di stampaggio
dei dischi e sala di registrazione in Milano. Ciò consente un processo produttivo
completo e gestione della scuderia artistica e rapporti diretti fra cantanti e musicisti.
Vaninetti immagazzina idee e perfeziona il mestiere, ed entra nel giro della produzione
della musica popolare e d’intrattenimento.
Si trasferisce e apre prima un negozio di dischi a Morbegno, poi a Lugano
negli ultimi anni ’60 dove la situazione è molto favorevole nella musica popolare, sia
di stampo italiano che ticinese. Li inizia una trentennale attività produttiva realizzando
un catalogo di oltre 400 titoli di dischi - Musicassette e poi cd e video; seguiti da
successi impensabili con i gruppi musicalidei Valtellina Folk, con il cantautore svizzero Vittorio Castelnuovo, con La vera Valtellina, poi con i Romantici Vagabondi, i Balos de Lugan, Toto Cavadini e il trio Mòmò e tanti altri gruppi, scrivendo e lanciando
canzoni con testi indimenticabili: il gondoliere, Amici miei, Il pittore, notti di sbornie, Notti in balera - Registrazioni di ensemble musicali come la Banda di Cannobbio diretta da Marco Piazzini: con il CD "world red cross and red crescent day” Ginevra 08 Gennaio 1991 e, in Vaticano conun concerto nella sala del Concistoro per gli
auguri di compleanno del S.S. Giovanni Paolo II nel suo ottavo anno di pontificato.
Con La banda di Morbegno, di Delebio e Talamona - Collaborazione ventennale con
la mandolinistica Aurora di Vacallo (TI) registrando 4 doppi LP, lo stesso di CD e Video. Non mancano le corali: di Lumino,Tesserete, Pregassona, della Monteforno, dei Giubiasco folk e altre innumerevoli registrazioni troppo lunghe da enumerare. Eventi musicali e canti tradizionali e non, conarrangiamenti moderni di canzoni che hanno fatto epoca e, scuola ai gruppi musicali sorgentidi tutto l’arco alpino e della Svizzera. Dopo tanti anni di attività arriva il momento del vitalizio, nasce il richiamo della terra quale zattera di ritorno. Forse per farsi perdonare del lungo distacco torna alle sue origini, alle tradizioni, vissute in gioventù. Vaninetti scrive una raccolta di saperi, riprendendo il mito dell’ Homo Salvadego, icona di Sacco e gigante della natura. Riporta antiche credenze ascoltate da bambino fra gli anziani del luogo, ben strette mantenute. Seguono altri libri: Il pozzo delle paure, storie di Valtellina, Il canzoniere, Amici miei, La castagna, La canapa Sativa, Mille modi per dire ed altri opuscoli informativi con progetti di riscatto valligiano. Ma l’opera più importante è il restauro e recupero del “Molino del Dosso”, sogno realizzato in pietra ricostruendo tutto quello che sembrava perso. Vaninetti è tornato nella sua terra d’origine diventa “il mugnaio Storico”. Lui dice: “un vero molino per
essere vero deve macinare” e, per farlo scopre che le sementi autoctone, che da sempre avevano sfamato le famiglie valligiane,sono in pericolo: ogni specie si sta disperdendo per la non coltura. Per fermarla inventa l’associazione per la conservazione
del granoturco da polenta. Il molino diventa museo visitato da scolaresche e pubblico.
Serafino Vaninetti - ieri
Entra in quest'isola
non cercare i miei difetti
fra costume e la natura
apri un varco ai suoi concetti".
Serafino Vaninetti - oggi
Il Mulino del Dosso è stato restaurato nel 1998.
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